Onorevoli Colleghi! - La città di San Gimignano, come è noto, rappresenta una delle inestimabili ricchezze del patrimonio artistico ed architettonico mondiale. Ogni anno milioni di visitatori ammirano le sue caratteristiche torri e le straordinarie bellezze paesaggistiche e monumentali. Il nucleo originario si erge nelle colline della campagna toscana, tra la Valdelsa ed il Chianti, un territorio unico e sinonimo da sempre di qualità della vita di produzioni tipiche inimitabili, non a caso, infatti, proprio il vino locale, la famosa Vernaccia, ha ottenuto nel 1960 la prima denominazione in Italia di origine controllata (Doc).
L'intero centro storico è considerato patrimonio culturale mondiale dell'UNESCO e pertanto la sua conservazione assume un valore di rilevanza nazionale. È in questa ottica che lo Stato italiano può e deve occuparsi della città di San Gimignano, sostenendo lo sforzo dell'amministrazione comunale, impegnata da tempo in un progetto di recupero funzionale di una porzione rilevante del centro storico.
Sulla rupe del castello di San Gimignano fu edificato, nel 1353, il convento di San Domenico, in seguito trasformato in carcere alla fine del Settecento.
Il carcere è stato dismesso nel maggio 1992 con la costruzione di un nuovo stabilimento in località Ranza sempre nel comune di San Gimignano. Il complesso di San Domenico occupa una superficie di 12.587 mq (circa l'8 per cento dell'intero centro storico) e l'immobile ha una cubatura di 46.000 mc.
L'ex carcere di San Domenico è un edificio notificato, con decreto del Ministero dei beni culturali e ambientali 23 giugno 1982 ai sensi della legge n. 1089 del 1939 (poi confluita nel testo unico di cui al decreto legislativo n. 490 del 1999 e quindi, nel codice dei beni culturali e del
a) ad acquisire la proprietà del complesso di San Domenico;
b) alla presentazione di un piano di valorizzazione e alla conseguente costituzione di una società mista pubblico-privata che realizzi il recupero dell'edificio ai sensi della legge 2 aprile 2001, n. 136;
c) alla valorizzazione, attraverso un progetto di recupero-riuso.
Anche l'ultima ipotesi che rappresenta per l'amministrazione comunale un onorevole compromesso (e anche un limite invalicabile), non è stata fino ad oggi accettata, incomprensibilmente, dall'Agenzia del demanio, che sembra insistere per un riuso quasi esclusivamente alberghiero dell'immobile. Ma quest'ultima appare una scelta sbagliata da un punto di vista dello sviluppo urbanistico, dannosa per la conservazione del centro storico, incoerente con l'obiettivo, perseguito dal 1977, di allontanamento del traffico dal centro storico.
Ne deriva una situazione di stallo che sta provocando non pochi danni: il progressivo stato di fatiscenza dell'ex convento, ormai inutilizzato da quindici anni; l'impossibilità di accedere ai finanziamenti dell'obiettivo n. 2 di cui al regolamento (CE) 1260/1999, da parte del comune di San Gimignano; il pregiudizio che ne potrebbe derivare una vista del monitoraggio del 2006 dei siti da parte dell'UNESCO.
L'Agenzia del demanio ha fino ad oggi risposto negativamente all'amministrazione comunale per tutte le ipotesi presentate.
L'amministrazione comunale ha inoltre redatto un appello e promosso un comitato per il complesso di San Domenico una richiesta cui hanno già aderito molte personalità